martedì, Aprile 30, 2024
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    Scrivere un curriculum nel 2022

    Scrivere un curriculum è sempre stato un compito difficile. Ho chiesto consigli altrove perché doveva essere letto e valutato da sconosciuti. Chi mi diceva di scrivere tutto in una pagina, chi di scrivere le mansioni e di riportare i risultati, che il formato europeo era (è) la morte, chi di omettere i dati sensibili, chi registrarsi solo su LinkedIn e lì iniziare a confrontarsi con persone affini. Perché sai Katia, conta il network.

    Quanta confusione.

    Scrivere il curriculum nel 2022 è un terno al lotto.

    Alla fine, in vita mia, ne ho scritto solo uno di curriculum vitae. Accattivante, sintetico e l’ho adattato di volta in volta, in base a chi doveva leggerlo. E i lavori sono arrivati sempre. Ma oggi? A dirla tutta il cv (quella paginetta) non mi rappresenta più, anzi il cv mi è sempre stato un pò stretto. Limitante. È un elenco di esperienze fatte nel passato (anche se recente) in aziende piccole, medie e grandi. Ma io non sono più solo quella lista di esperienze, di studi, di corsi, di risultati e obiettivi raggiunti. Mi sono evoluta. Sono migliorata.

    Jon Tyson | Unsplash
    Jon Tyson | Unsplash

    SCRIVERE UN CURRICULUM di Wisława Szymborska

    Nel frattempo, in questi due anni di pandemia, il mondo (non solo del lavoro) è cambiato. Io sono cambiata. Mi sono venute in mente le parole della poetessa Wisława Szymborska

    SCRIVERE UN CURRICULUM
    Cos’è necessario?
    È necessario scrivere una domanda, e alla domanda allegare il curriculum.
    A prescindere da quanto si è vissuto il curriculum dovrebbe essere breve.
    È d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
    Cambiare paesaggi in indirizzi e ricordi incerti in date fisse.
    Di tutti gli amori basta quello coniugale, e dei bambini solo quelli nati.
    Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
    I viaggi solo se all’estero.
    L’appartenenza a un che, ma senza perché.
    Onorificenze senza motivazione.
    Scrivi come se non parlassi mai con te stesso e ti evitassi.
    Sorvola su cani, gatti e uccelli, cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
    Meglio il prezzo che il valore e il titolo che il contenuto.
    Meglio il numero di scarpa, che non dove va colui per cui ti scambiano.
    Aggiungi una foto con l’orecchio scoperto.
    È la sua forma che conta, non ciò che sente.
    Cosa si sente? Il fragore delle macchine che tritano la carta.
    Katia Querin
    Katia Querinhttp://www.katiaquerin.it
    Ciao sono Katia! Scrivo da sempre. Mi riesce facile mettere nero su bianco pensieri ed emozioni. Dal 2010 dico la mia sulla società grazie alle evoluzioni del digitale, i voli pindarici del marketing ed il potere della narrazione.

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