Le persone vanno educate al bello, così saranno in grado di riconoscerlo, apprezzarlo e diffonderlo nel mondo
Il gusto è una caratteristica che è presente in ognuno di noi che va fatta crescere e sviluppare con il tempo.
Nasce dall’ambiente in cui si cresce, dall’insegnamento delle persone che ci stanno intorno a cominciare dai genitori che con il loro ruolo possono educarci anche in questo.
Si, ci vuole educazione, dedizione e occhio attento per saper cogliere i particolari. Essenziale diventa porsi delle domande e trovarne le risposte, sviluppare un senso analitico verso quello che si guarda, specie all’inizio di questo percorso, una sorta di allenamento che poi diverrà scelta naturale e quasi istintiva al crescere del nostro bagaglio culturale.
Cultura, educazione e sensibilità, così su due piedi mi sento di dire che sono questi gli elementi che caratterizzano
delle buone scelte e la creazione di un proprio gusto.
Venendo al mio “caso personale”, dovendo raccontare il mio background culturale, l’evoluzione del mio gusto, che potrei dire… Essendo quasi autodidatta nel mondo della grafica, non avendo mai frequentato una scuola a indirizzo artistico, mi
sento di peccare un po’ sulle basi, quando parlo ci cultura del mondo della grafica/comunicazione in senso stretto, anche se
nel corso degli anni ho cercato di approfondire questi aspetti attraverso letture di vario genere.
Parlando di persone, di educatori, invece mi vengono in mente 3 persone. Mio zio che per un anno e mezzo mi ha tenuto nel suo studio grafico “vecchia scuola” che di cose ne sapeva tante, specie sulla composizione e l’impaginazione. Il mio amico John che mi ha sempre considerato “artista” perché non seguivo uno schema prefissato nella creazione delle cose, non ero una macchina a suo dire, ma creavo dal nulla le cose.
Non ultimo il mio caro amico Giuseppe che all’inizio della mia carriera nel campo web mi ha insegnato tanto, a notare i dettagli, l’uso dei caratteri, il saper lavorare con gli spazi, ci si scontrava alle volte, perÚ Ë stato un maestro, se pur per poco tempo.
Oltre a queste parentesi positive, beh, credo che alle volte il mio gusto sia stato limitato da chi stava sopra di me e questo in parte mi ha reso più arido, specie se guardo alla “libertà” che avevo in passato, anche nello sbagliare. Concludendo, ritengo che il gusto sia strettamente legato alla sensibilità di ognuno di noi, quelle sensazioni che senti a pelle e che associ al bagaglio di immagini, suoni, parole che porti con te.