Quando il Social Network diventa l’estensione del nostro… Io interiore.
Siamo un popolo afflitto dalla malattia del “chi ce l’ha più lungo“, c’è poco da fare, prima o poi ci caschiamo tutti.
Questo le aziende lo hanno capito fin troppo bene e ci giocano parecchio.
Ti allenano fin da piccoli, quando ti fanno provare a fare il punteggio più alto al tuo videogame preferito, guando si cercava di fare l’impennata più lunga con la bicicletta, chi aveva lo zainetto più bello.
Poi il concetto si è evoluto, classifiche di gioco online, numero di follower, di mi piace, +1 e ancora una volta nascono i confronti, l’autorevolezza data dai numeri, numeri che si possono anche acquistare con un po’ di soldini reali, basta che ci siano molti. Bisogna fare attenzione a certi atteggiamenti che possono portare con loro ansia, insicurezza e frustrazione.
Quanti sono disposti ad ammetterlo? Uhm mah… Vedremo… Non metto in discussione quelli che scrivono perché sentono ardere ancora forte il fuoco per il loro lavoro, sche scrivono per necessità fisiologica per stare bene con se stessi, ma volevo mettere in evidenza un atteggiamento che secondo me c’è ed è anche piuttosto ampio.
C’è desiderio di affermazione, di stare sopra gli altri, di sentirsi appagati e soddisfatti. Non che in questo ci sia nulla di male, ma preferisco i confronti alla pari, dove ognuno ascolta quello che l’altro ha da dire e ci riflette sopra, facendoci delle domande, mettendosi in discussione.
Personalmente non ho mai avuto simpatia per i Guru e le persone troppo sicure di sè, in qualsiasi ambito questi ultimi operassero perché difficilmente si mettono in discussione e ammettono i proprie errori.
Tante volte basterebbe anche solo essere in grado di ascoltare.