Lavoravo in un posto chiamato Google.
Revolution sbarca in Italia su Premium Steel, martedì alle 21.15 |
J.J. Abrams non sbaglia un colpo? Staremo a vedere, letteralmente, la nuova serie tv Revolution (Premium Steel, martedì, ore 21,15) che racconta un mondo senza elettricità, dove l’essere umano dovrà trovare soluzioni alternative per sopravvivere. Come farà, senza iphone e tablet, a superare le insidie della natura (ritorna il tema di Lost) e come farà a vincere i nemici senza sportelli bancomat e aggeggi tecnologici super sofisticati (ritorna il tema di Alias)? Imprescindibile ritrovare spirito d’adattamento, far girare i neuroni e sforzarsi di instaurare rapporti umani veri, basati su fiducia, lealtà e generosità. Temi, questi ultimi, che sono una costante assillante, morbosa della produzione di J.J. Ambrams.
Revolution ha tutte le carte in regola per bissare il successo di Lost e di Alias.
Lost, successo planetario con punte di 16 milioni di telespettatori a puntata |
Interessante la recensione di Aldo Grasso – critico tagliente e sempre difficile da accontentare – comparsa oggi sul Corriere. Per Grasso il plot narrativo di Revolution non è spiazzante, lo sarebbe stato dieci anni fa. La realtà che viviamo oggi è minata nel profondo ed è il risultato di un’infilata senza sosta di crisi d’identità, di azzardi finanziari, di disastri ambientali e giochi di potere. Siamo così scettici e confusi che ci appare verosimile un futuro senza certezza alcuna.
E invece siamo solo nel «post Lost», immersi però in un racconto più incerto. A parte certe ingenuità di scrittura, l’aria che si respira è tenebra metafisica, la stessa di quando si incontra qualcosa di fatale. (cit. Aldo Grasso)
Come l’assenza di elettricità per l’appunto.