No regrets – they don’t work |
Oggi ho provato ad immaginare come poteva essere la mia vita se avessi detto di sì ad una offerta di lavoro al posto di un’altra e se avessi detto di sì ad una specie di convivenza all’estero…
Poi mi è venuto in mente quel figone del mio vicino di casa, soprannominato Er Mutanda, militare perennemente in missione, romano di poche parole, fisico spaziale che in un tardo pomeriggio estivo me lo trovai a tagliare l’erba in mutande e canotta mimetica… A lui andava bene così.
Episodio surreale: due chiacchiere appunto con Er Mutanda, fra noi il muretto e una rete metallica, io vestita normalmente lui ovviamente in mutande, bianche, con maglietta verde oliva. Tosaerba di sottofondo al minimo. Bello ? di più. Va bé, alla fine ci avevo fatto l’occhio e quindi era una tipica scenetta alla Ketty Pretty.
Ero rientrata da poco dai miei 11 anni (11 anni, cioè, mica 11 giorni) di studio/lavoro a Bologna. Il nord-est mi pareva una roba tra il bulgaro e lo slavo, nonostante ci fossi nata… non riuscivo a capire a fondo quell’accanimento fino al martirio per il lavoro e la casa. Neppure lui. E infatti considerava l’abbinata come una necessità, niente altro che una necessità. Tanto valeva fare un lavoro redditizio e in poco tempo comperarsi la casa. Iniziò a fare il militare da giovanissimo, arrivato dalla campagna romana in quella friulana pensò di trovare 1 metro di neve invece trovò una famiglia nuova, la caserma e tanti amici di avventura. Poi la decisione: 6 mesi in missione in Libano, pausa relax, poi nuova missione. E avanti. Una tortura ben retribuita, nessuna privacy, sacrifici, lontano dagli affetti, in mezzo al niente, con la paura di saltare per aria, così per caso. Alla domanda “ti sei pentito ? sei un non giovane !” un serafico “no, non sarei qui a parlare con te se non avessi fatto quello che ho scelto di fare”.
Della serie guarda avanti, sempre, sei quello che ti porti dietro, senza se e senza ma.
Il ragionamento anche oggi, a distanza di qualche anno non fa una piega.
Er Mutanda é partito, ancora una missione, ancora chiacchiere con chi sa chi, stavolta in Afganistan.
Un abbraccio, Pretty Ketty
Scusa ma… Il rimpianto è quello di non aver fatto nulla con il figone? 😉
(g)Gian(g)
ehm, se avessi fatto detto brigato … 🙂
che domande sul nord-est. E sulle scelte. Domande di una vita. Meglio non pensarci e accettare come dici, quel che siamo con nostro bagaglio.
Il tuo vicino ha ragione. Spero tu non ti ponga 'sti dubbi per le scelte fatte:-)