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    AlmaLaurea, Careers Service, Lavoro

    Posta in arrivo: due mail dell’Alma Mater Studiorum di Bologna a breve distanza. Due comunicazioni diverse che mi hanno fatto riflettere. La prima è del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, ovvero l’Ente che raccoglie i cv dei laureati e che cerca di fare da ponte con le imprese. Mi si chiede di compilare un questionario per stilare una ricerca sullo stato occupazionale del laureati a 10 anni dalla laurea. Prima di iniziare la compilazione consulto il sito e scopro che al 24/06/2011 sono presenti ben 1.550.000 cv provenienti da 64 Atenei italiani. Ci siamo tutti, ingenieri, dottori, maestri, storici, avvocati, economisti,  ecc.

    Riporto la mia ricerca, situazione ad un anno dalla  Laurea
    anno di indagine: 2010
    anni dalla laurea: 1
    Ateneo: tutti
    tipo di corso: tutti
    Numero di laureati: 178.148
    Numero di intervistati: 161.239

    40,6% stanno partecipando o hanno partecipato ad un’attività di formazione post-laurea

    È calcolata in modo diverso a seconda del tipo di corso. Per ulteriori indicazioni cfr. Note metodologiche nella scheda occupazionale completa del collettivo esaminato.
    48,7% lavorano

    Combina le domande inerenti l’utilizzo delle competenze acquisite all’università e la richiesta del titolo per l’attività lavorativa. Per ulteriori indicazioni cfr. Note metodologiche.
    18,9% sono disoccupati

    Il tasso di disoccupazione è ottenuto dal rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro. Per ulteriori indicazioni cfr. Note metodologiche nella scheda occupazionale completa del collettivo esaminato.
    40,3% occupati che proseguono il lavoro precedente alla laurea
    36,0% svolgono un lavoro stabile (a tempo indeterminato o autonomo)
    1.004€ guadagno mensile netto (valore medio, in euro)

    La domanda relativa al guadagno mensile netto prevede fasce di 250 euro (salvo la prima “fino a € 250” e l’ultima “oltre € 3.000”). La media è calcolata escludendo le mancate risposte ed utilizzando il valore centrale della classe di guadagno (salvo per la prima, 200, e per l’ultima, 3.250). In taluni casi può verificarsi che nessun laureato risponda al quesito: in tal caso è riportato il simbolo “n.p.”.)
    47,7% occupati che ritengono la propria laurea efficace per il proprio lavoro

    Dei cinque livelli di efficacia individuati (molto efficace, efficace, abbastanza efficace, poco e per nulla efficace) sono qui riportate le sole prime due modalità. L’indice di efficacia della laurea combina le domande inerenti l’utilizzo delle competenze acquisite all’università e la richiesta del titolo per l’attività lavorativa. Per ulteriori indicazioni cfr. Note metodologiche nella scheda occupazionale completa del collettivo esaminato.

    Faccio un’altra ricerca e vado a ritroso il più possibile per avvicinarmi alla mia situazione, quella del corso di laurea del vecchio ordinamento. I laureati sono molti di meno.
    anno di indagine: 2008
    anni dalla laurea: 5
    Ateneo: tutti
    tipo di corso: corso pre-riforma
    Numero di laureati: 22.330
    Numero di intervistati: 16.863
    Laureati pre-riforma: i dati si riferiscono alla sola sessione estiva.

    80,3% stanno partecipando o hanno partecipato ad un’attività di formazione post-laurea
    85,3% lavorano
    5,0% sono disoccupati
    11,8% occupati che proseguono il lavoro precedente alla laurea
    70,4% svolgono un lavoro stabile (a tempo indeterminato o autonomo)
    1.348€ guadagno mensile netto (valore medio, in euro)
    64,8% occupati che ritengono la propria laurea efficace per il proprio lavoro

    Ne viene fuori che un laureato di oggi guadagna in media € 1000,00,  fatica a trovare lavoro a un anno dalla laurea, il posto fisso lo trovano 36 ragazzi su 100.

    Ora la seconda mail.

    Careers Service, è il servizio di Orientamento al lavoro collegato all’Alma Mater Studiorum di Bologna. Un servizio utile agli universitari per essere aiutati nella compilazione del cv, nel capire come proporsi alle aziende ed essere informati dell’esistenza di stage in azienda. Ora Careers Service mi informa che chiude. La mail è appassionata, riporta i successi, il lavoro svolto in questi anni dallo staff e ringrazia tutti quelli che si sono rivolti a loro.

    Poi, l’episodio alla Pretty Ketty
    Iera sera ho assistito alla sfogo di una mamma che imprecava contro il figlio 19enne rimandato a settembre, colpevole ,a suo dire, di essere senza arte ne parte, apatico e senza iniziativa. La romanzina si è conclusa con “tuo padre é stanco di lavorare per te”, il ragazzo  mortificato di essere ripreso davanti ad una semi sconosciuta è andato via con il muso lungo. Torno a casa e la tv mi informa che il tasso di disoccupazione giovanile è il più alto d’Europa. 
    Regna il caos. La maggior parte dei laureati non trova una collocazione adeguata, e sa che li attenderà il limbo del precariato, i giovanissimi sono smarriti e apatici. Per loro due le alternative: parcheggiarsi all’Università o fare lavoretti gratis ?  Dovrebbero sprigionare entusiasmo, avere mille idee ed invece l’energia si incanala nell’arroganza e superbia spettri di rabbia e frustrazione.
    In molti dicono basta che sia un lavoro. Non sono molto d’accordo. Se ha 20-30 anni, uno fa un lavoro così per fare non potrà che essere frustrato, e sicuramente non si aggiornerà su una cosa che gli fa schifo. A 40/50 anni probabilmente sarà a spasso perché superato da uno di 25, con meno pensieri e pretese (famiglia, casa, genitori anziani) ovvero il precario di cui sopra. E’ un cane che si morde la coda.
    Anni fa una mia cara amica tra un contratto a tempo indeterminato ed uno co.co.pro decise per il co.co.pro. pensammo fosse una pazza ! Giustificò la scelta così
    – che non lavorava per la pensione ma per sentirsi bene e utile
    – che tanto non l’avrebbe mai percepita la pensione perché i giovani non gliel’avrebbero garantita
    – aprire la partita iva ? follia,  sullo Stato ladro non si può contare, scoraggia i liberi professionisti e incentiva l’evasione
     Tanto valeva chiedere un compenso più alto a fronte di maggiore flessibilità, crearsi più occasioni di lavoro precario e farsi un piano di accumulo individuale. 

    Che ne pensate ? Soluzioni alternative ? E’ importante.

    Katia Querin
    Katia Querinhttp://www.katiaquerin.it
    Ciao sono Katia! Scrivo da sempre. Mi riesce facile mettere nero su bianco pensieri ed emozioni. Dal 2010 dico la mia sulla società grazie alle evoluzioni del digitale, i voli pindarici del marketing ed il potere della narrazione.

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