2006 – Per la quarta volta l’ Italia è Campione del Mondo |
Il post sull’ Unità d’ Italia ci stava.
Avrei dovuto postarlo ieri. Ma non l’ho fatto.
Mi sono detta “vediamo se domani cambio idea, oggi è festa e sull’onda dell’emozione magari dico cose che poi non penso davvero”.
Ho riflettuto su quest’Italia, piena di contraddizioni, di sbagli e di mezze verità.
A mente fredda, a random, riporto i pensieri di ieri che sono quelli di oggi e in fondo penso quelli di domani…
1. Amo il mio paese, perché ci sono nata
2. Se dovessi emigrare sarebbe uno shock e non saprei dove andare
3. Mi piace molto il verbo unire
4. Ci sono rimasta male che alcuni leghisti al suono dell’inno d’Italia si siano alzati e siano andati al bar
5. Mi rattrista sempre sapere che alcuni italiani disprezzino l’Italia
6. Mi fa infuriare che la nostra classe politica (tutta in toto, destra sinistra centro fianco) non sia all’altezza del compito che si è data
7. La nostra cucina è la migliore del mondo
8. I nostri vestiti sono i migliori del mondo
9. Roma, Venezia, Milano, Firenze, Bologna, la Sicilia e la Toscana sono in Italia
10. Come Italiani dovremmo essere più coraggiosi, ottimisti e guardare al futuro con fiducia – i nostri vecchi ne hanno passate di peggiori
11. I miei amici più cari stanno in Friuli, Veneto, Emilia-Romagna ed in Sicilia
Viva l’Italia ieri, oggi e domani
Il migliore post in assoluto ..
Diversi fatti storici hanno fatto si che l'essere patrioti fosse marchiato con una sorta di infamia non detta e non scritta: in un mondo globalizzato dove tra Starbucks e McCiccio vari l'identità dei popoli e dei sapori e delle traduzione va scomparendo, sono felice di vedere riaffiorare l'orgoglio di appartenere a questa , pur sempre unica, difficile ed amata Italia.
In effetti il calcio è una delle poche cose che risveglia l'orgoglio italiano da Nord a Sud senza distinzioni.
Quello che ho visto il 17 Marzo è un bombardamento da parte dei media di fatti storici, celebrazioni per festeggiare questo evento, in quel giorno tutti italiani con la mano sul petto a cantare l'inno.
E oggi, domani? Credo che si riporti al solito problema culturale, il rispetto (inteso anche come rispetto per il proprio paese) è una cosa che si insegna fin da piccoli, goccia dopo goccia, l'educazione intesa anche come conoscienza del paese in cui si vive e di tutte le vicende che lo hanno fatto mutare nel tempo.
Se tutto questo ci fosse, i vari Starbucks e McCiccio ci farebbero meno paura. Abbiamo la capacità di scegliere, di capire, di far vivere le nostre origini nel rispetto delle altre.
Bisogna sviluppare uno spirito di coscienza nazionale aperto e coltivarlo giorno per giorno, tutti insieme, d'altra parte, facciamo tutti parte dello stesso scarpone! 🙂
Avete ragione tutti e due ma l'italico vero di solito viene fuori nei momenti impensati, di solito quando è quasi tutto perduto…