Un’idea. Un’idea vincente. Un’idea che funzioni.
Eccola, la prendo, la scrivo, la scarabocchio, corro con il mio foglio in mano e la condivido entusiasta con il gruppo. Il risultato è una faccia con un bel punto interrogativo e tanti mah. Uff! Eppure l’idea è buona, lo sento.
Ed è lì, proprio in quel momento tremendo che dovremmo sforzarci di sorridere anche se ci hanno trafitto il cuore con un paletto di negatività. L’idea non basta, abbiamo peccato di vanità, di modestia, abbiamo commesso un errore di valutazione, capita. Presi dalla foga di raccontare l’IDEA irrompiamo con forza nella ‘quodianità’ delle persone pretendendo attenzione.
Oggi più che mai è importante saper far squadra in tutti i campi (lavoro, famiglia, amici, conoscenti) motivando e argomentando le proprie intuizioni senza sconfinare nell’arroganza di chi crede che la propria idea non sia migliorabile.
A tal proposito riporto un pezzetto di What Women Want – Quello che le donne vogliono?
La scena è la perfetta sintesi del lavoro di squadra: ognuno da il meglio di sé con l’obiettivo di raggiungere il meglio. Lei ha l’intuizione giusta e lui è bravo ad entrare nel suo mondo, a sostenerla, ad incitarla, a non metterle i bastoni fra le ruote, a non troncare sul nascere la creatività smorzandole l’entusiasmo. Ed è capace di trasmettere e comunicare un pensiero condiviso ad un pubblico.
Ps. In realtà, nel film lui rubava a lei le intuizioni spacciandole per proprie.
Come al solito, nella squadra come nella vita, è importante essere sinceri e onesti.
What women want. Scena del finto spot nike |