Alle volte diventa essenziale e vitale rifugiarsi nei caldi pensieri e negli infiniti abbracci della persona che si ama, per ristabilire i giusti equilibri umani, per riscoprirsi persone e non macchine di una catena di montaggio. Per sentirsi essere umani migliori e non piccole formiche impazzite. Credo nell’insieme che comincia da due.
Piccole formiche si raccontano
Leggere storie, vederle al cinema o seguirle in TV mi è sempre piaciuto. In due però è meglio. Perché ho bisogno di condividere emozioni soprattutto se la storia è bella. Tre suggerimenti per la primavera che si affaccia prepotente.
Il Colibrì
Marco Carrera, il protagonista del nuovo romanzo di Sandro Veronesi, è il colibrì. La sua è una vita di continue sospensioni ma anche di coincidenze fatali, di perdite atroci e amori assoluti. Non precipita mai fino in fondo: il suo è un movimento incessante per rimanere fermo, saldo, e quando questo non è possibile, per trovare il punto d’arresto della caduta – perché sopravvivere non significhi vivere di meno. Intorno a lui, Veronesi costruisce altri personaggi indimenticabili, che abitano un’architettura romanzesca perfetta. Un mondo intero, in un tempo liquido che si estende dai primi anni settanta fino a un cupo futuro prossimo, quando all’improvviso splenderà il frutto della resilienza di Marco Carrera: è una bambina, si chiama Miraijin, e sarà l’uomo nuovo.
Un romanzo potentissimo, che incanta e commuove, sulla forza struggente della vita.
Infedeltà
«Il malinteso», cosí Carlo e Margherita chiamano il dubbio che ha incrinato la superficie del loro matrimonio. Carlo è stato visto nel bagno dell’università insieme a una studentessa: «si è sentita male, l’ho soccorsa», racconta al rettore, ai colleghi, alla moglie, e Sofia conferma la sua versione.
Margherita e Carlo non sono una coppia in crisi, la loro intesa è tenace, la confidenza il gioco pericoloso tra le lenzuola. Le parole fra loro ardono ancora, cosí come i gesti. Si definirebbero felici. Ma quel presunto tradimento per lui si trasforma in un’ossessione, e diventa un alibi potente per le fantasie di sua moglie. La verità è che Sofia ha la giovinezza, la libertà, e forse anche il talento che Carlo insegue per sé. Lui vorrebbe scrivere, non ci è mai riuscito, e il posto da professore l’ha ottenuto grazie all’influenza del padre.
La porta dell’ambizione, invece, Margherita l’ha chiusa scambiando la carriera di architetto con la stabilità di un’agenzia immobiliare. Per lei tutto si complica una mattina qualunque, durante una seduta di fisioterapia. Andrea è la leggerezza che la distoglie dai suoi progetti familiari e che innesca l’interrogativo di questa storia: se siamo fedeli a noi stessi quanto siamo infedeli agli altri? La risposta si insinua nella forza quieta dei legami, tenuti insieme in queste pagine da Anna, la madre di Margherita, il faro illuminante del romanzo, uno di quei personaggi capaci di trasmettere il senso dell’esistenza.
In una Milano vivissima, tra le vecchie vie raccontate da Buzzati e i nuovi grattacieli che tagliano l’orizzonte, e una Rimini in cui sopravvive il sentimento poetico dei nostri tempi, il racconto si fa talmente intimo da non lasciare scampo.
Due di Due
Un classicone. Pubblicato per la prima volta nel 1989 e ristampato continuamente da allora, Due di due è diventato un vero e proprio romanzo “cult”, un classico contemporaneo che ha venduto milioni di copie, in cui sempre nuove generazioni di lettori si riconoscono con le loro inquietudini, i loro sogni, la loro capacità di immaginare un mondo diverso da quello che c’è. L’amicizia tra Mario e Guido continua mentre i due ragazzi diventano giovani uomini, determinati a sfuggire dalla triste atmosfera di Milano e dal loro senso di estraneità rispetto alle fazioni rivali del movimento studentesco, alle loro famiglie, alla società stessa. Insieme sperimentano i primi amori, i primi viaggi all’estero; condividono scoperte entusiasmanti e amare delusioni; sono allo stesso tempo inseparabili e incompatibili, come le due metà contraddittorie di una sola personalità.